È un pezzo che non scrivo sul blog (che avrebbe peraltro bisogno anche di un bel restyling…). L’ultimo articolo che non riguardi miei progetti o eventi o iniziative risale allo scorso 14 maggio. Ma ciò non significa che mi sono impigrito o che me ne sono stato con le mani in mano, tutt’altro. Bisognerà pur lavorare no? La presenza pubblica, on-line, deve talvolta cedere il passo al lavoro dietro le quinte, alla progettazione, alla realizzazione d’idee.
Insomma, ho smesso, e da un pezzo, di bloggare. Non chiamatemi blogger allora: le mie idee sul ruolo dei blogger (e in particolare dei book blogger) le ho ampiamente sviscerate sia nel mio libro che nella discussione abbondante che ne è seguita (non ultimo l’appuntamento a Milano, nella cornice di Bookcity, così ben riassunto da Christian Raimo su minima&moralia). Come osservatore sono tenuto a prestare fede alle immagini che le persone hanno di se stessi, al modo in cui si definiscono; per cui, se c’è qualcuno che dice di sé di essere un blogger, io gli credo e lo rispetto. Ma come individuo – l’ho detto e ripetuto centinaia di volte – io rifuggo le etichette come la peste. Non è una questione di narcisismo: non è che io voglia sostituire un’etichetta con un’altra socialmente più prestigiosa, no. Quello che voglio è esser libero di sperimentare, di fare delle cose, di portare avanti delle idee e dei progetti – e negli ultimi mesi ho fatto di tutto fuorché il blogger.
Per esempio.
In quest’ultimo anno ho immaginato, disegnato e gestito la struttura e i contenuti del nuovo portale di pop-publishing di Mondadori – Scrivo.me – lavorando con una squadra di grandi professionisti da cui ho imparato tantissimo, a partire dall’editor at large (in tutti i sensi) Edoardo Brugnatelli.
Tra settembre e ottobre ho curato l’uscita della prima antologia italiana autopubblicata i cui autori non sono esordienti: Bibliotici. Storie di libri e deviazioni.
Per non farmi mancare nulla ho pure fondato un sito di consulenze per self-publishers, unico nel suo genere, e che sta cominciando a produrre i suoi frutti: PubblicarSÌ.com.
Dimenticavo: mi sono re-iscritto all’Università. Laurea triennale in Psicologia. A gennaio mi toccano i primi due esami (a scanso di equivoci: sono già laureato in Scienze Politiche, e all’università ci insegno).
Potrei continuare con tante altre piccole cose, tipo che ho continuato a organizzare Librinnovando (insieme al sempre efficace Marco Giacomello), portandolo per la prima volta a Firenze. O che ho dato il mio modesto contributo all’evento letterario del quinquennio (sic!), ossia Torino Una Sega #3.
Tutte cose che mi danno ampia soddisfazione. Tuttavia, se dovessi individuare la cosa che mi inorgoglisce di più ne dovrei menzionare un’altra, un progetto che parte in questi giorni e al quale lavoro da quasi due anni. Si tratta di una collana di ebook su cultura, società e tecnologie che dirigo e che verrà pubblicata da :duepunti edizioni di Palermo.
Si chiama deep: e il logo lo trovate in alto nella pagina.
Sul perché fare una collana scriverò presto in altre sedi. Sul nome: non ne potevo più, come lettore (e in particolare come lettore di saggistica) di collane o progetti editoriali così sbilanciati sui concetti di brevità, di velocità, di consumo, quasi di fast food del libro. Sentivo il bisogno di libri che sfruttassero le possibilità dei dispositivi digitali per regalare al lettore non un’esperienza hit and run, una sorta di eiaculazione precoce della lettura, ma un’esperienza di profondità, e su più livelli. La scommessa dei libri deep: è questa. Ma non solo.
Con i tre editori palermitani ci siamo posti anche altri problemi: distribuzione, costi, prezzi, retribuzione del lavoro, comunicazione, promozione e via dicendo. I risultati di queste discussioni tra pari (e lo sottolineo tre volte: tra pari – non capita quasi mai che un editore si metta in gioco in maniera così aperta e orizzontale, e men che mai con uno che si firma con una lettera dell’alfabeto…) costituiscono l’ossatura del progetto e si sostanziano in delle scelte – culturali, politiche e tecniche – che riguardano non solo i titoli futuri della collana ma anche il mestiere di editore. Ne potete leggere di più sul loro nuovo sito.
Il primo libro, scritto da Flavio Pintarelli e intitolato Su Facebook, sarà presentato in maniera diffusa alla fiera della piccola e media editoria di Roma Più libri più liberi dal 5 al 9 dicembre prossimi. Che significa? Significa che non ci sarà una presentazione ufficiale in una sala con un tavolo di relatori, ma che nel corso della fiera succederanno alcune cose, sia on-line che off-line. Se siete su Twitter, per esempio, ve ne accorgerete di sicuro. E se siete invece in fiera, basta passare allo standi di :duepunti edizioni.
Voilà. E nel caso vi sia mancato su questo sito, perdonatemi. Avevo un po’ da fare.